Jñanino nitya-vairina
Kama-rupena kaunteya
Duspurenanalena ca
La coscienza dell'uomo è coperta dalla lussuria,
la sua eterna nemica, insaziabile e bruciante come il fuoco.
(Bhagavad-gita 3.39)
Nell'arco esistenziale di ogni individuo avvengono tante trasformazioni, cambiano esteticamente i volti, i corpi, ma ancor più la mentalità, le convinzioni, il modo di vivere, la forma mentis. Gli umani sono afflitti da molti dolori: la malattia, l'infermità, la vecchiaia, i condizionamenti. Si chiama Primo Posthuman 2005. “Non ha età, non ha genere, non ha razza. E’ l’ essere umano dei sogni, un’utopia alla quale stanno lavorando scienziati e artisti”- così viene definito l'uomo del futuro nell'articolo di Laura Lazzaroni sull'arte transumanista “Qualcuno e’ perfetto(1) E' "un individuo le cui caratteristiche di base sono così superiori a quelle di noi umani, da non essere più considerato umano secondo gli standard attuali, resistente alle malattie e all'età, che ha il controllo del proprio stato psico-emotivo, superiormente predisposto al piacere, all'amore, all'apprezzamento artistico, in grado di sperimentare stati di consapevolezza a noi sconosciuti". Nel Dizionario Enciclopedico del Reader’s Digest, “transumano” è definito come “sorpassante; trascendente; oltre”. Nel Nuovo Dizionario Universale Webster, “transumanizzare” è inteso come “elevare o trasformare in qualcosa oltre l'umano”. Oggi si tende diffusamente a intendere il termine più riduttivamente come una transizione evolutiva dalla biologia umana tradizionale verso una nuova forma di biologia fusa con la tecnologia. Oltre a cercare di superare tutti i confini della biologia, il Transumanismo dunque aspira al miglioramento della condizione umana attraverso le nuove tecnologie, come la nanotecnologia e gli usi avanzati delle comunicazioni. Il transumanismo cerca anche di superare i limiti dell'arte e dell'estetica, per integrare l'arte con la tecnologia, la scienza e la vita stessa. In questa interconnessione tra l'arte e la scienza, i progressi della biotecnologia, dela nanotecnologia e dell'informatica presentano all'uomo un dilemma: quelli che oggi sono strumenti di cura, non potrebbero un domani servire a potenziare i corpi sani? L'artista multimediale, l'autrice di produzione artistiche transumaniste, Natasha Vita-More, suona ottimista: “Garanzia: ventiquattresimo paio aggiuntivo di cromosomi. I corpi abusati verranno sostituiti a spese dell’interessato. Ci riserviamo il diritto di cambiarli con un modello di seconda mano”.
Uno dei grandi equivoci da sfatare, che per secoli ha appesantito e ancora continua ad appesantire l’atmosfera del mondo accademico, è quello che pretende mostrarci un Platone moralisticamente e bigottamente ostile all’arte e come ignaro del ruolo fondamentale che questa svolge per l’individuo e per la società. Effettivamente Platone prende vigorosamente le distanze da una concezione materialistica dell’arte, dalle rappresentazioni false, superficiali e illusorie di una realtà che è essa stessa illusoria e transeunte. Secondo lui queste immagini hanno il solo scopo di celebrare gli ingannevoli piaceri della dimensione materiale, nei suoi aspetti più grossolani o psicologici e, in quest’ultimo caso l’arte rischia di trasformarsi nella narcisistica autocelebrazione della personalità stessa dell’artista. L’arte autentica è piuttosto servizio; superamento, attraverso un coerente processo di purificazione, della propria dimensione egoica; trasformazione di sé in strumenti dell’Assoluto che, attraverso l’artista e nella concretezza della materia prescelta, si manifesta in questo mondo delle condizioni e si rende disponibile a chi, predisponendosi correttamente, desidera accedervi. L’arte è un ponte tra queste due dimensioni e, come l’essere incarnato, partecipa di entrambe. Per Platone l’arte è dunque puramente illusoria quando si propone come riflesso di terzo grado di una dimensione materiale che è già di per sé ingannevole e superficiale, manifestazione secondaria del “mondo delle idee” il quale, finalmente, costituisce l’eterno e supremo ordine che implicitamente sostiene e dirige il cosmo. È solo nella nostra epoca che si sono imposti i concetti di un’arte come modo di sentire e di relazionarsi con il mondo, e dell’esperienza “estetica” sensoriale e psicologica come originaria fonte di ispirazione per chi crea, nonché fine ultimo per lo spettatore che fruisce.Se è vero che un testo sacro è valido nella misura in cui fornisce strumenti teorici e pratici per poter realizzare livelli superiori di coscienza, è quindi se offre concetti, intuizioni, modelli di vita adatti ad affrontare e risolvere problemi esistenziali degli individui e quelli più complessi della società, allora non è azzardato affermare che la Bhagavad-gita e un'opera di intramontabile valore. I sociologi possono approfondirvi l'architettura sociale contenuta nella dottrina del varna-ashrama dharma; i politici possono riflettere sui drammatici dilemmi del principe Arjuna; gli economisti riscoprire un'economia cosmica che unisce il mondo terrestre a quello celeste, e gli psicologi comprendere e curare aspetti malsani della personalità umana.
La Gita prospetta un equilibrio dinamico tra i contrari, azione e non-azione, ottenuto grazie ad una conoscenza superiore che consente all'individuo di esistere totalmente nelle sue coordinate spazio-temporali, di adempiere ai suoi doveri nel mondo senza evasioni pseudo meditative, e contemporaneamente di aprirsi ad un'autentica dimensione metastorica
Albettone (VI), 1-5 Aprile 2010
Prabhupadadesh - Via Roma 9, Albettone (VI)
Relatore: Marco Ferrini, Fondatore e Presidente del Centro Studi Bhaktivedanta
Seminario residenziale.
Il programma prevede:
- pratiche di antiche vie di realizzazione interiore: mantra e meditazione
- lezioni di yoga e pranayama
- workshops: laboratori di gruppo sul tema del seminario
- filmati, letture, musica, teatro
- alimentazione vegetariana secondo i principi dello Yoga e dell'Ayurveda
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