Tutta l'opera fu intrapresa non per un fine speculativo,
ma per un fine pratico... il fine del tutto e della parte
è di rimuovere coloro che vivono in questa vita
dallo stato di miseria e di guidarli allo stato di beatitudine.
ma per un fine pratico... il fine del tutto e della parte
è di rimuovere coloro che vivono in questa vita
dallo stato di miseria e di guidarli allo stato di beatitudine.
(Dante, Epistola a Cangrande).
Giotto - San Francesco predica agli uccelli, 1297 ca. (Assisi Basilica Superiore).
Giotto - San Francesco predica agli uccelli, 1297 ca. (Assisi Basilica Superiore).
Suggestionati dall'agiografia ufficiale, ai più sfugge completamente il ruolo che S. Francesco ebbe nel manifestare rinnovati principi culturali. Non a caso uso il termine rinnovati, in quanto espressione di quella forma universale di pensiero e di azione, di quella visione unitaria, coerente e perfetta che spesso viene indicata con il termine di Filosofia Perenne e che ciclicamente si riaffaccia al mondo restituendogli freschezza originaria. Dante e Giotto, tra gli altri, furono colti dagli splendori di questa visione che, seppur in sintonia con le visioni gnostiche che emergevano dalle università di Parigi e di Bologna -espressioni prime della filosofia scolastica- le superano e trascendono per una molto maggiore presa sull'agire e sulle immediate rispondenze nel mondo. Francesco, grazie ai poteri mistici di cui è portatore, coglie di prima mano la verità di un disegno divino che regola il cosmo e che permette di contestualizzare tutti gli esseri al suo interno, ciascuno di loro percepito come tassello fondamentale. L'Anima Mundi, che è forma originaria, e l'Anima Suprema, che si manifesta in ogni angolo e in ogni essere, si mostrano ai suoi occhi direttamente. Il dialogo universale è lo strumento che egli adotta per rispondere alle necessità di questa rete che, proprio grazie all'intervento di personalità come la sua -dedite al servizio al Signore, attraverso il servizio al Creato e alle creature- si rinnova e si mantiene; com'è anche funzione del rito e per certi aspetti fondamentali dell'arte, che rinnova e celebra la creazione originaria producendo secondo i principi della Natura. Da questa visione scaturisce quell'Amore, quella dedizione, quell'affetto distaccato per quanto il Signore ci ha donato, come strumento di salvazione e di correzione: il distacco dalle cose del mondo corrisponde al più elevato sentimento di affetto e cura. Da qui nascono una visione di religiosità strettamente collegata alle cose del mondo e una visione di spiritualità che non è mai dimentica della posizione dell'uomo tra terra e cielo. Questo è l'ambiente dove si sviluppa e manifesta il sentimento della bhakti, del puro Amore per Dio e per le Sue energie e manifestazioni.
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